Nei precedenti articoli ti ho raccontato cosa significa essere affetti da negligenza spaziale unilaterale e come poter rilevare la presenza di questo disturbo. In questo articolo invece ti racconterò quali sono le terapie disponibili ad oggi per la riabilitazione di questa sindrome.
Attualmente esistono differenti tipologie di riabilitazione: quella tradizionale carta-e-matita, la stimolazione sensoriale e la più attuale che sfrutta i vantaggi della telemedicina.
L’obiettivo principale degli ultimi approcci riabilitativi è l’acquisizione della consapevolezza del disturbo da parte del paziente: in questo modo la persona tende volontariamente ad orientare l’attenzione verso lo spazio trascurato.
Gli strumenti più utilizzati per la riabilitazione del neglect sono quelli carta-e-matita che allenano il paziente a esplorare il lato sinistro del foglio attraverso diverse strategie. Ad esempio possono essere utilizzati dei cue visivi, ovvero degli indicatori posti sul bordo sinistro degli stimoli che il paziente deve attivamente ricercare prima di iniziare l’attività richiesta: viene utilizzata frequentemente una linea rossa posta sul bordo sinistro del foglio su cui il paziente sta lavorando. L’uso di richiami sistematici favoriscono l’orientamento del paziente verso il lato negletto dello spazio.
Un altro esercizio spesso inserito negli interventi riabilitativi è il Training di scanning visuo-spaziale, una tecnica computerizzata in cui si presenta sullo schermo una serie di stimoli che possono comparire in diverse posizioni: il compito sarà quello di rilevare il più velocemente possibile la comparsa dello stimolo.
Spesso si lavora sulla lettura e la scrittura, in modo da migliorare le capacità del paziente in compiti che sono di immediato interesse per la ripresa delle attività quotidiane, come può essere leggere un articolo di giornale.
Alcuni interventi terapeutici per il neglect si basano invece sull’utilizzo di tecniche di stimolazione sensoriale che induce un cambiamento automatico del comportamento del paziente.
Ad esempio attraverso la Stimolazione optocinetica si presenta al paziente un compito su uno sfondo fatto da molti punti luminosi statici o in movimento da destra verso sinistra o viceversa. Il movimento dei punti induce particolari movimenti oculari che permettono di eseguire il compito correttamente. Tuttavia le stimolazioni sensoriali non sembrano dare risultati permanenti, ma l’effetto sembra permanere per la durata della stimolazione stessa.
La stimolazione che sembra avere effetti maggiormente duraturi è quella con lenti prismatiche, ovvero occhiali particolari dotati di prismi ottici che alterano il campo visivo deviandolo e facilitando lo spostamento verso il lato negletto.
Anche il nostro Neurotablet contiene una serie di esercizi mirati alla riabilitazione del Neglect, progettati per spingere gradualmente il paziente ad esplorare l’emicampo negletto.
Un esempio è Descrizione Figure che propone delle semplici immagini da riconoscere e denominare, dapprima soltanto nell’emicampo non negletto, in seguito sempre più lateralizzate nella direzione opposta.
Un altro esercizio è Copia matrici, in cui il paziente deve ricostruire delle figure semplici fatte di linee tracciate su una grata di punti: vede a sinistra l’esempio da copiare e a destra la griglia di punti vuota dove riprodurre l’esempio.
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Dott.ssa Denise Magnago, neuropsicologa